novembre 29, 2012

Ci siamo trasferiti qui

 

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Novembre

novembre 26, 2012

Ancora attendo l’odore del freddo
dentro questo Novembre d’estate
che non ci dà tregua, aspetto di sentire
quel sibilo di gelo passarmi le narici
fino al sangue aspetto la trasparenza
algida a condersami in gocciole di anima
raccolte da una mano calda
come il ricordo di quell’abbraccio di mare,
il nostro, davanti a un cumulo di stelle mattutine
prima dell’alba,
prima che il sole arrivasse a violentarne il nome.

da qui

A mio padre

marzo 6, 2012

La luce sulla scrivania è ancora quella
che illuminava i miei libri
e i quaderni di studente, mai all’altezza
padre,
padre che sei nei cieli,
ti scrivo con la minuscola
perché sei padre mio,
non creatore immenso e onnipotente
ma sei mio padre
mi vivi,
e vivi ancora nei miei occhi
che se li osservo sono uguali ai tuoi;
guarda
la ruga che mi segna il viso
e il sorriso che mi ferisce il cuore
mentre sto ancora sulla porta
come il cucciolo che aspetta una carezza
padre,
ricordati di me, della promessa:
uno spartito ancora aspetta di essere finito,
quel pentagramma che si interruppe
è ancora là,
dove adesso ti vengo a cercare
dove la musica comincia
per non avere fine

In volo

febbraio 25, 2012

Insieme abbiamo camminato
dentro notti senza tempo.
Vento di libeccio muoveva i nostri passi
nel caldo delle parole che il silenzio
ti suggeriva: immaginare è creare, dicevi,
e di farfalle che bruciano incenso di ali
per seguire la luce e di poeti
che di notte inseguono
piano il loro sogno;
e sognavamo, insieme,
il cuore aperto in pagine di musica
suonata dal respiro delle stelle.
Le riconosci ora che i miei occhi
sono spenti e il cuore rallenta la sua corsa?
Insieme abbiamo disegnato mondi nuovi,
città invisibili dentro quartieri senza vita
prendevano la forma del tuo amore
nel mio immaginare che fosse possibile
volare insieme.

E fu mattina

febbraio 16, 2012

E fu mattina,
quella fredda e fragile di un giorno
che ancora non era il tuo,
fra poco lo sarebbe diventato,
e il cielo si è spalancato
nei tuoi occhi, all’improvviso;
mescolato alle lacrime di una madre
al sorriso di un padre, c’era il canto
tremante della vita, testarda e vulnerabile,
sensibile come petalo che teme la brina
ma si apre al bacio del sole, nonostante
il vento.
Chissà se c’era Dio
o un angelo a tenerti la mano,
quale misterioso compagno di strada
ti cammina accanto da quel giorno?
Conosco i sogni che hanno attraversato
i tuoi sorrisi e il pianto
per un ginocchio sbucciato
o per l’amico smemorato
che ti lasciava solo
a giocare ai soldatini,
e adesso ascolto
la musica che ti sale dagli occhi
e si condensa, finalmente, in canto dentro i miei
e so cosa significa che esisti.

Risposte

dicembre 22, 2011

Stanotte ho risposto al tuo invito.
Il freddo accartocciava le foglie
morte, le voci amare rotolavano via.
Solo
il silenzio del Dio delle parole
volava, così dicevi, come una farfalla
bianca in una stanza solitaria
e mai vuota,
parlava e increspava onde leggere
nel golfo dove un tempo
guardavamo le stelle.
Non pensavi fosse possibile
non credevi sarebbe accaduto.
Perdersi
è solo un’illusione
stare è ciò che rimane
quando la folla confonde le mani
e ruba il tuo tempo;
quando è follia restare
amare è andare a piedi
nella pioggia
dove ogni passo è un’impronta di ricordo
e rispondere a un invito
è un cielo capovolto che ti tende
la mano, la trama invisibile che tesse
una stella è ascoltare la tua voce,
o quella del Dio farfalla
che torna quando ti senti solo
e ti porta il mio bacio.

Per nome

giugno 16, 2011

E poi cala il silenzio, dietro la porta
resta il mio sorriso
incollato al tuo passo
leggero.
Fendi l’aria quasi volando
nello scintillio della luce
piena del giorno; all’inizio
del cammino esiste la gioia
dentro il ventre caldo
dentro i nervi accesi delle tue mani
dentro il pensiero che non si scolla
nelle merlature sottili delle nuvole
che ora ti raccontano il mio nome.

Raggio di sole

Maggio 27, 2011

Non è stato un abbaglio nella penombra,
fra un raggio di sole
furtivo
e l’abbraccio del mare alla riva riarsa;
non sogno filtrato tra palpebre schiuse
e il solco maturo che lascia lo scafo
all’orizzonte;
Non era previsto che il cuore
scendesse nel golfo segreto,
fra pelle e pelle battesse
al ritmo fluttuante ondeggiante
di corpi perfetti,
misterioso scavasse profondo
il risveglio dei sensi,
di suoni sapori umori
stillanti.

Non era previsto
e l’ anima improvvisa s’incarna,
s’innalza nel volo
e si quieta
sul palmo aperto del tuo petto.

Ho lasciato

Maggio 25, 2011

Ho lasciato sul bordo della strada
petali e stelle
l’oceano e un cielo-crisalide vuoto.

Ho lasciato sul sedile
l’impronta dell’ anima evasa
l’umore acqueo sparso senza rumore
sui passi che non camminammo
su quelli che non cammineremo.

Mi hai lasciata senza le parole
che non hai voluto dirmi,
sul bordo della vita
hai lasciato il mio tempo
e il tuo orgoglio.

Così lascio cadere l’ultima goccia,
sale sulla ferita aperta,
dentro lo squarcio sul petto,
esanime
ora che ti lascio tutto il tuo tempo
ora che sai, ricorda:
sono il tuo sangue
il tuo midollo
sono il respiro che ti manca
quando il giorno ti affanna senza tregua
sono la memoria dell’alba
la speranza di una notte di stelle
sono il sorriso dello specchio
quando ti troverai a sorriderti
senza nemmeno sapere perché.

Naufragi

Maggio 22, 2011

I gatti dormono uno sull’altro:
nessuno vuol essere solo.
Strappati a forza dalle viscere di un urlo abissale
cerchiamo senza sosta un abbraccio
e non c’è.
Ed ora esplodono le luci dei fari
nella pioggia;
non voglio che si vedano
le lacrime
non voglio che si senta
il dolore
quando il mare in tempesta urlerà
il mio naufragio.

C’è

Maggio 20, 2011

C’è così tanta bellezza e così poco tempo!
Così tanta bellezza e la vita che finisce.
La tristezza non mi abbandona mai
e come potrebbe?
E’ cresciuta con me,
di lei è fatto lo scheletro che mi sorregge.

Lei sarà ciò che di me
rimane.

Il tuo nome

aprile 12, 2011

Ci sono così tante cose in una sola vita,
così tante! Se solo potessimo
trattenerne alcune,
poche,
forse anche una soltanto!
E invece tutto sembra sfuggire,
tutto corre, come il respiro
già passato nel prossimo
che verrà.
Ci sono così tante cose nella vita,
così tante!
E nulla resta,
nulla sembra voler restare.
Ora, ascoltami in quest’ora di stelle silenziose:
Se anche non ci fosse alcun senso,
se anche tutto il nostro correre quotidiano
non fosse che un precipitare verso
il nulla
definitivo, se anche il nostro lento
morire ,
il nostro lasciare indietro giorni e giorni,
i giochi di bambini e gli amori,
i desideri inconfessati e i sogni mai realizzati,
se anche il nostro lottare per la dignità e la giustizia,
o il credere di chi ancora crede in qualcosa,
non fossero che paraventi all’angoscia del vivere,
se anche tutto questo fosse il nulla,
ascolta:
il lento sorgere del sole all’alba,
la luce della stella dentro questa notte buia
l’onda che incessante richiama l’onda
portano inciso il tuo nome.
Ascolta
incessante ,
come il battito dei polsi
incessante alla riva del cuore;
così, se tutto fosse nulla,
tu saresti l’universo che dal nulla
nasce,
saresti il senso di questo folle, magnifico viaggio:
la vita che si posa sulle dita
per restare.

Cos’è…

aprile 12, 2011

Cos’è quest’umido tremare di occhi
cosa accende d’improvviso il sole
nuovo
dopo il lungo sonno del cuore?

Cosa in quest’istante d’azzurro
silenzio, in quest’attimo d’umido fremere
di ciglia, di vento che scioglie le vele
raccolte,
nel tempo deposto accanto al letto,
mai lacera tunica,
di attese appese al filo
dei ricordi?

E mi vesto di luce nel
tempo che viene,
piano,
a svegliarmi; fra le dita
un sogno di acqua lustrale
e trame d’oro e d’argento
posate sull’orlo
tremante del tuo sorriso.

Smemoranda

agosto 24, 2009

La birra aiuta, la terza bottiglia scioglie anche la lingua più allegata e allora dico quello che da sobria non riesco a dire.
Mio caro, mio? No davvero, allora solo caro, carissimo, a me più caro della mia stessa vita, che non vale più niente da tanto di quel tempo che non mi ricordo abbia mai avuto un centesimo di valore, e allora caro più caro della cosa più preziosa che si possa immaginare esistere, più caro dell’universo, delle stelle cadenti, più caro del sangue caldo che scorre nelle vene, più caro del sole che sorge, mio; no, mio, no! Caro, carissimo amore mio, non ce la faccio, non posso andare avanti così. Così non ha alcun senso, è come camminare nel vuoto, sospesa nel nulla con dietro nessuna storia e davanti solo un orizzonte pieno di niente. Da così tanto tempo non esistono più l’alba e il tramonto per me che sono come una che viva in una bara a metri e metri di profondità. Sono morta senza avere mai vissuto, senza essere mai stata davvero. Sono solo un’ombra passata, un errore, sempre e solo un errore: per i miei che avrebbero dovuto evitare di mettermi al mondo, per te a cui non ho che procurato che guai e fastidi. La mia esistenza equivale a una presenza fastidiosa, a un nulla senza senso, a un peccato imperdonabile di cui ci si deve liberare. Sono un peso tale che ci si chiede che male abbiamo fatto per meritarcelo. E tu non hai fatto nessun male se non quello di dirmi che per te la nostra era un’amicizia importante. Non era vero – non è mai stato vero – e io lo sapevo, l’ho sempre saputo di esserti d’inciampo, di essere un problema lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo… ma ho voluto credere che non fosse vero, che almeno in un posto, in questo mondo, fossi a casa. Sono mesi e mesi che combatto con la morte: non posso vincere. Ha già vinto lei; e  ride dei miei tentativi di darmi coraggio, di dirmi che prima o poi tornerò a sorridere: i morti non ridono, non piangono, semplicemente non esistono più. Per me vale la legge del non essere mai esistita per nessuno, nemmeno per te.  Una che non esiste non deve nemmeno morire, basta cancellarne l’immagine, basta svegliarsi un mattino,  accorgersi che non era che un sogno, un incubo che smetterà di tormentarci, basterà non guardarla più, basterà dimenticare di avere mai sognato: e, tu, mi hai dimenticata.

L’ultimo sguardo

agosto 15, 2009

Parlavamo d’amore
ma senza pronunciarne il nome.
Per rispetto, per pudore, per timore
se una volta pronunciato
quel nome potesse svanire
svuotarsi di senso.
Perché può esistere solo
nel silenzio del suo nome,
perché può sorgere alla vita solo
dentro il gesto quotidiano,
nella presenza o nell’ attesa
che si fa gioia quando conosce
occhi che non chiedono e si donano
così,
per sovrappiù di esistenza,
senza paura,
pura fonte
traboccante che non teme l’esaurirsi.
Parlavamo d’amore
ma senza argomenti.
Per l’incosciente consapevolezza della pazienza
che sa perdonare anche la distrazione
che sa sanare il gesto brusco, improvviso,
quello che potrebbe frantumare la tela
fragile e invisibile del cuore.
Parlavamo d’amore
ed ogni parola era sigillo,
collante alla vita
e cresceva rigogliosa
nonostante il deserto del mondo che non capisce,
che e distrugge,
nonostante i colpi avversi e l’ invidia.
Parlavamo
Ora non parliamo più.
Ora il cielo si è spento sull’ultimo sguardo
mentre pronunciavi,
a tradimento,
la parola amore.